Works [ Alberi [ Prospettiva Fitocentrica

Prospettiva fitocentrica è un progetto di ricerca artistica ed ambientalista promossa da Synap(see) sugli alberi monumentali presenti nel territorio pratese. La cura della terra, il rapporto con la natura, la responsabilità ambientale sono tematiche di riferimento nella pratica del collettivo di fotografi italiani. Riconoscendo nella figura archetipa dell'albero un tramite significativo di riappacificazione con il mondo, nella primavera del 2021, è stato avviato simbolicamente il lavoro di gruppo con la piantumazione a Prato di un corniolo in un'area centrale di Prato, vicino alla Porta Al Serraglio. La particella comunale 426, un ritaglio di spazio verde, tra un parcheggio, un binario ferroviario e una strada. Un omaggio alla volontà del primo comune d'Italia di adottare estensivamente specifiche norme tecniche nel proprio POC (Piano Operativo Comunale) per delineare una visione “bio-diversa” di crescita per il futuro, ma anche un gesto "radicale" teso a affermare la dignità delle piante in città e un ruolo militante dell'arte.

A seguito della performance i membri del collettivo hanno adottato visivamente alcuni degli alberi monumentali di Prato e realizzato delle opere pensate per una campagna di coscientizzazione en plen air. Un viaggio di osservazione, studio e dialogo con i reduci arborei che rappresentano un messaggio statuario di resistenza organica e soprattutto un'opportunità per ripensare quella postura antropocentrica che sempre più giovani hanno scelto di mettere in discussione.

Ad esempio, proprio sulla superficie delle foglie, ritratte da Paola Fiorini, sta la clorofilla, il pigmento verde capace di catturare l'energia del sole necessaria per nutrire le piante e offrire ossigeno al pianeta. E in questa straordinaria quanto invisibile magia della fotosintesi si condensa il messaggio artistico ed educativo della fotografa veronese. Le cianotipie danno corpo alla luce, palesando l'alchimia estrinsecano i processi naturali, l'intensità solare che si proietta sulla terra generando forme e dunque linguaggio. Il guardare al mondo quale via di conoscenza, di traduzione e riscoperta, e forse di guarigione dalle ansie della civiltà.

Stefano Parrini dà forma al concetto di rimozione per esorcizzare quella supremazia tecnologica che ha prodotto il genocidio forestale che conosciamo. I suoi alberi appaiono quali sagome di un ricordo dai confini incerti. Totem monumentali svuotati di senso ancora prima che di vita. Privati della loro sostanza non resta che il profilo dubbioso della memoria. Resi invisibili da una post-produzione selvaggia che rivela la potenza intrusiva della specie umana sul mondo. Egli ci interroga sul senso stesso della salvaguardia, della tutela di questi anziani giganti solitari.

Sottoforma di incontri che liberano il campo da sofisticazioni gli scatti di Antonella Monzoni denunciano una diversa possibilità di convivenza con la natura. Una vitalità innata, una forza liberatoria, una spontaneità disarmante, c'è il desiderio di esprimere tutto questo nell'intenzione della fotografa modenese. E il rispetto verso forme di vita che non sono altro da noi. L'albero è ombra, ossigeno, diversità ma soprattutto una gioia ritrovata. Un bisogno di empatia con ciò che ci circonda.

Giovanni Presutti matura l'idea di spostare l'albero monumentale sul piano immaginario, quasi fosse necessario astrarlo per riconoscerlo davvero, per ingrandirne la fattispecie, per isolarlo da un contesto talvolta indifferente. Un modo per stimolare una maggiore consapevolezza in chi guarda, per rendere evidente quella spettacolarizzazione che sempre più necessitiamo per accorgerci dei valori, per sollevare i sensi intorpiditi. Il recupero della tradizione fiorentina del
“desco da parto”, di omaggio alla madre per il primo genito rivisitata attraverso l'albero simbolo di vita che attraversa le culture, e riemerge oggi con prepotenza quale messaggio in divenire.

Nel lavoro di Andrea Buzzichelli risalta in tutta la sua drammaticità l'assoluta importanza di riconsiderare il nostro rapporto con la natura. Il tema assai caro al fotografo colligiano si esprime in qui in una visione che sebbene recuperi i canoni introspettivi del romanticismo ne prende al contempo un distacco. Le opere realizzate manifestano un disincanto rispetto alla sorte dei monumenti vegetali espresso anche nel decadimento dell'immagine stessa. Il profilo degli alberi si scaglia incerto alla vista, quasi sfuggente alla manipolazione dello sguardo. Un invito ad abbracciarne l'essenza e a non confonderla con la sua sembianza.
Steve Bisson
14 febbraio 2022

Paola Fiorini
Paola Fiorini
Paola Fiorini
Paola Fiorini
Stefano Parrini
Stefano Parrini
Stefano Parrini
Stefano Parrini
Antonella Monzoni
Antonella Monzoni
Antonella Monzoni
Giovanni Presutti
Giovanni Presutti
Giovanni Presutti
Giovanni Presutti
Andrea Buzzichelli
Andrea Buzzichelli
Andrea Buzzichelli