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Il Parco Regionale del Delta del Po dell'Emilia-Romagna è una vasta area in cui il denominatore comune è l’equilibrio tra acqua, sabbia e sale, la cui convivenza ha sviluppato e determinato nel corso dei secoli tutte le attività dell’uomo legate alla pesca, all'agricoltura, alla tradizione, all’arte.
Da giugno 2015 questo territorio è stato riconosciuto dall'Unesco "Riserva della Biosfera", ma il Delta più che un'area protetta è una zona "pretesa", pretesa dall’uomo che vuole viverci e lavorarci e che rivendica quotidianamente il suo operato. L’uomo rispetta il Delta, lo teme e lo ama, ed esegue quotidianamente gli stessi rituali, necessari per vivere in questo territorio, come coltivare su terreni sabbiosi e di acqua salmastra, e controllare puntualmente la salinità dell’acqua per irrigare senza danneggiare le coltivazioni. L'agricoltura è fiorente: grano, mais, barbabietole, carote, asparagi, fragole, soia e riso. La pesca è da sempre la principale fonte di sopravvivenza degli abitanti, le acque del Delta sono molto ricche di pesci.
Nella parte meridionale, a Cervia, il sale è l’elemento protagonista dai tempi degli Etruschi, l’oro bianco. Salina Camillone è "l'ultima" salina, al di fuori del presidio industriale, e pochi anziani la lavoravano a scopo dimostrativo, manualmente, e solo con strumenti di legno.

 

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25.11.2014 « Insomma, sembrava che ognuno facesse un po’ quello che gli pareva, anche se stava all’interno del Parco. I mezzi di trasporto più incontrati sono stati trattori di ogni genere e barche di mille fattezze. Trovo interessante indagare questi aspetti, per certo ci saranno anche delle incongruenze ambientale quali l’utilizzo di fertilizzanti, reflui zootecnici, inquinamento da pesticidi etc…»

04.04.2015 « Delta senza confini. Sono tornata in alcune zone del Parco e, anche se in una stagione completamente differente e più rigida della volta scorsa, ho ritrovato il dubbio che mi ero posta nel precedente sopralluogo: il Parco Regionale del Delta del Po dell’Emilia Romagna non ha confini. La gente ci vive e ci lavora. Rispetta il Grande Fiume, lo teme, lo ama e ne segue senza tregua i ritmi, compiendo gli stessi rituali da sempre indispensabili in queste zone. Se si parla con loro si ha conferma di questo necessario adattamento. Una continua evoluzione, una perenne ricerca di equilibrio per poter vivere in questo territorio, principalmente fatto di acqua, sabbia e sale.»
18.08.2015 « La “Salina Camillone” è l’ultima salina (il resto è sotto presidio industriale e non si può visitare). Essa è lavorata a scopo dimostrativo dagli ultimi salinari in maniera totalmente artigianale, con attrezzi di legno e antiche procedure. Ho fotografato tutti questi aspetti cercando di privilegiare una “visione” ampia sul territorio, più paesaggistica, quasi a restituire la vasta complessità di questi luoghi.»