Works [ Parco [ Beyond the Border

Quando ho deciso di fare un lavoro sui parchi e le aree potette mi sono venuti subito in mente alcuni aspetti che non avevo mai preso in considerazione, eppure sono stato tante volte a fare delle visite all’interno di alcun di queste aree; ma sempre con intenti prettamente turistici. La prima domanda che mi sono posto è forse la più importante: perchè abbiamo bisogno di creare queste aree protette? Forse perchè l’ambiente naturale normalmente viene distrutto? Quindi i confini dovrebbero essere netti e percepibili e far vedere la differenza tra il territorio protetto e quello non protetto? Da qui altre domande su cosa siano veramente i confini di un parco e su quello che si può fare e non fare all’interno di queste zone. Per questi dubbi quando ho pensato a quale parco indagare ne ho cercato uno che avesse ben evidenti alcuni aspetti critici che si ricollegavano in senso stretto alle mie domande. Senza andare tanto lontano, in Toscana il Parco Regionale delle Alpi Apuane mi offriva una vasta scelta di argomenti discutibili che hanno bisogno di risposte, senza dubbio queste montagne evidenziano, forse meglio di altre zone, il bisogno di protezione di un territorio e la conseguente istituzione di un’area protetta, ma allo stesso tempo evidenziano altrettanto nettamente il bisogno da parte dell’uomo di intervenire con attività commerciali all’interno di un territorio protetto e quindi il bisogno di violare una zona denominata protetta. Questa ambiguità credo sia un aspetto interessante da prendere come esempio per quello che oggi è il rapporto tra l’uomo, il territorio e l’ambiente naturale, un’ambiguità che si presenta non solo nelle aree protette, ma che in alcune di esse è esasperata. Basta pensare che da un censimento effettuato dall’università di Siena nel territorio apuano ci sono più di settecento cave tra attive, non attive e saggi. Basta guardare la mappa satellitare per capire quanto questo territorio abbia bisogno di protezione. Può bastare l’istituzione di un parco a proteggere un territorio oppure anche questa segue le regole della politica e della spartizione che deriva da interessi economici e non serve all’interesse comune che è quello di preservare l’ambiente? Si può considerare un’area protetta un tentativo di riappropriazione sociale e comune di un territorio? Questo è un pò quello che volevo mettere in evidenza con il mio lavoro fotografico. Paesaggi da un’area protetta che non lo sembra, un’ambiguità che faccia da presupposto per capire meglio cosa sono e a cosa servono i parchi e le riserve naturali in relazione a quello che è il rapporto tra l’attività umana, l’ambiente e il territorio e il modo in cui è cambiato nel tempo.

 

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08.08.2014 « Se si parla di Apuane non si può non parlare dell’estrazione del marmo e delle cave che dal vivo sono davvero qualcosa di epico. Qualcosa di grandioso in tutti i sensi, sia per la loro storia che dura da duemila anni e sia per le dimensioni e la complessità del fenomeno che sono diventate. Per i loro impatto nel parco delle Apuane. Guardando i confini sulla carta e confrontandoli con le zone estrattive sembra davvero di vedere una linea che segue un preciso andamento, come per far si che certe attività siano possibili al di fuori di una linea, che è quella del parco. Tuttavia in generale si può scavare anche all’interno del territorio protetto. Salta agli occhi che subito al di la del confine si possa fare tutto quello che si vuole. Parlo delle zone estrattive a ridosso di Carrara che sono quelle che ho visitato di persona.»

14.03.2015 « La strada SP13 che collega Castelnuovo alla Versilia attraversando le montagne con la galleria del Cipollaio è molto bella. Una stradina che si inerpica e che offre molti spunti paesaggistici. Arrivati in quota si trova il lago di Isola Santa. Un paesino di case di pietra quasi disabitato per via delle frane dovute al continuo svuotamento della diga fatte in passato dalla società poi divenuta Enel. Attualmente il paesino è in parte recuperato e si può trovare anche un affittacamere che forse sfrutta la vena della pesca sportiva ( almeno turisticamente in questa stagione non risultano esserci grandi afflussi ). Forse anche per questo il luogo è molto bello. Certo non sembrano esserci grandi possibilità economiche per chi vive da queste parti. Un motivo che si ripete in quasi tutte le Apuane: trovare alternative di sviluppo economico a quella principale del marmo. Nel versante Garfagnino questo aspetto è ancora più evidente vista la lontananza dalla costa.»

25.07.2015 « Grazie a questo lavoro le Apuane sono spesso tra i miei pensieri e la voglia di ritornare è grande. Soprattutto sento la consapevolezza di aver conosciuto meglio un territorio per certi aspetti unico e bellissimo! Nel mio girovagare, infine, ho capito una cosa che riassumo così: le cave sono ancora oggi l’unica risorsa economica del territorio seppur non più sostenibile da un punto di vista ambientale.»